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Era nata il 7 gennaio 1844, figlia di Louise Castérot e François Soubirous, mugnaio. Aveva, oltre a due fratelli che morirono in tenera età, una sorella (Toinette 1846)
e tre fratelli (Jean-Marie 1851, Justin 1855 e Bernard-Pierre 1859).
Di corporatura minuta, al massimo della crescita raggiunse l'altezza di appena 1,40m.
Dopo una decina d'anni di serenità e dignitosa agiatezza, la famiglia Soubirous cade in disgrazia a causa della crisi, innescata dai mulini industriali
e ulteriormente enfatizzata dal buon cuore dei coniugi Soubirous che non lucravano sul loro onesto lavoro, anzi.
Intorno al 1854, i Soubirous devono abbandonare il mulino di Boly e trasferirsi in un locale malsano: il Cachot (la "cella"), un'ex prigione, il cui clima non migliora certo
lo stato di salute di Bernadette, sofferente di stomaco e di frequenti e spossanti crisi d'asma. Le condizioni economiche, la difficoltà di apprendere e memorizzare
concetti astratti, costringono Bernadette a frequentare poco e niente la scuola e il catechismo. Si impegna a servire nell’osteria di zia Bernard, dove dimostra, come i suoi genitori,
buon cuore e scarso senso degli affari. Anche in casa, non si tira indietro, e aiuta mamma Louise nelle faccende domestiche. Da settembre 1857, va a Bartrès, a servizio della sua balia Marie Langues, dove pascolerà anche le pecore.
Poi, il 17 gennaio 1858, si incamminerà risoluta verso Lourdes: vuole fare a tutti i costi la Prima Comunione.
Giovedì 11 febbraio 1858, Bernadette (che ha 14 anni) si reca, con la sorella Toinette (11 anni) e l'amica Jeanne Abadie detta Baloume (13 anni), sulle rive del canale che si congiunge al Gave, in cerca di legna.
Mentre Toinette e Baloume attraversano il canale, Bernadette, viste le proprie cagionevoli condizioni di salute (e le raccomandazioni di mamma Louise), temporeggia presso la rupe di Massabielle.
Per non rovinarle nell'attravesamento del canale, Bernadette inizia a togliersi le calze (un bene prezioso e sconosciuto al resto della famiglia). Improvvisamente, sente una folata "come un colpo di vento". I pioppi sono immobili ma il cespuglio alla base della nicchia, all'apice della grotta di Massabielle, si agita: improvvisamente, una luce, un sorriso e un gesto di accoglienza da parte di una giovane vestita di bianco che si segna con un "grande segno di Croce" mai visto fare con tanto amore!
Bernadette, spinta da una forza interiore torna a Massabielle nei giorni seguenti.
Il 14 febbraio, "Quella cosa" finalmente riappare, ma non proferisce parola.
Il 18 febbraio, "quella cosa", "quella là", "quella Signora", "Aqueró" in occitano, il dialetto conosciuto da Bernadette (che non parlava Francese e a stento lo capiva), finalmente, parla. E, in occitano, chiede a Bernadette: "Volete avere la gentilezza di venire qui i prossimi quindici giorni?" E Bernadette tornerà a Massabielle.
Il 25 febbraio, nona apparizione, Bernadette, su invito di Aqueró, scava il terreno nella parte sinistra della Grotta: scava e, per ben quattro volte, si "abbevera" di fanghiglia che inghiotte a fatica. Al quinto tentativo, riesce a sciacquarsi la bocca e il viso dal fango; raccoglie, poi, alcune foglie dalla pianta selvatica che cresce lì accanto e le mangia. Un rivoletto d'acqua, lentamente, sgorga dalla piccola buca scavata da Bernadette.
Il pomeriggio di quello stesso giovedì, il rivoletto si è gradualmente ingrossato, diventando un ruscello; l'acqua si va schiarendo.
Durante la tredicesima apparizione (2 marzo), la Signora chiede che "si venga qui in processione e si costruisca una cappella".
Durante la sedicesima apparizione (
Parole nuove, dal significato sconosciuto; mai sentite, prima di allora, da Bernadette.
Il 15 luglio 1860, Bernadette viene accolta come «indigente malata» all’Ospizio retto dalle Suore di Nevers a Lourdes, e lì, a 16 anni, inizia a imparare a leggere e scrivere.
La curiosità della gente, i pressanti interrogatori delle autorità civili, religiose e di polizia, la fama di santità, le asfissianti offerte di denaro e di vantaggi (sempre categoricamente rifuggite e rifiutate), spingono Bernadette ad allontanarsi da Loudes e dall'amata Grotta: "Abbandonare Lourdes: il più grande sacrificio della mia vita". Il 3 luglio 1866 va, per l'ultima volta, alla Grotta.
La sera del 7 Luglio 1866, Bernadette giunge a Nevers, a Saint-Gildard, casa madre della Congregazione delle Suore della Carità (e dell'Istruzione cristiana) di Nevers: vorrebbe "curare i poveri e gli ammalati", anche se "che volete che se ne facciano di me? dato che non sarei buona a nulla", "...posso solo pregare", "...offire le sofferenze per i peccatori".
Il 29 luglio 1866, diviene novizia assieme ad altre 43 postulanti. Durante la cerimonia della vestizione, presieduta da Mons. Forcade, Vescovo di Nevers, assume il nome di suor Marie-Bernard (il nome del suo Patrono e della santa Vergine).
Il 30 ottobre 1867, durante la messa celebrata dal Vescovo di Nevers, Bernadette fa la sua professione, impegnandosi a osservare i voti di povertà, castità, obbedienza e carità. e, essendo capace di fare nulla (tanto era umile, Bernadette!), le viene dato l'incarico di pulire l'infermeria e preparare le tisane.
Anche a Saint-Gildard, Bernadette deve subire la curiosità delle consorelle, della gente, dei prelati, dei vescovi. Nella sua semplicità, Bernadette rifugge e subisce pazientemente, in spirito di obbedienza, gli incontri che le vengono ordinati dalla Madre Superiora. Ma, quando può, cerca di evitarli con ironia e umiltà: una volta, Félicité Benoit, la robusta e corpulenta Farmacista del Seminario minore di Pigelin si recò a Nevers, in visita di alcune sue amiche suore. La sera, mentre passeggiava accanto ad una piccola suora sconosciuta, sapendo che in quella casa si trovava suor Marie-Bernard le chiese: "Potrei vedere Bernadette?". E la suorina (alta appena 1,40m) le rispose: "Oh, signorina! Bernadette è come tutte le altre!". Allora, qualche minuto dopo, Félicité fece la stessa domanda ad un'altra suora e questa le rispose: "Ma come! Non la conoscete? Se poco fa stavate passeggiando con lei!".
In un'altra occasione, a una simile richiesta, Bernadette rispose: "gliela vado a chiamare" e... si dileguò.
Costretta spesse volte a letto da asma, tubercolosi polmonare, tumore osseo al ginocchio, sopporta tutto (pazientemente ma, anche, con serenità e spirito), offrendo il suo dolore per la conversione dei peccatori. Quando tutto è compiuto, all'età di soli 35 anni, si spegne il 16 aprile 1879, mercoledì di Pasqua.
Nel suo rapporto sulla esumazione del 12 giugno 1925 (la terza, dopo quelle del 1909 e 1919), il dott. Comte così scrive: "Dopo tanto tempo, ogni corpo morto si decompone, imputridisce e si calcifica. Quando stavo tagliando il corpo, però, mi sono reso conto che aveva una consistenza quasi normale e tenera. A quel punto, ho detto a tutti i presenti che non consideravo naturale quel fenomeno". Il corpo di Bernadette, risultato miracolosamente incorrotto dopo ciascuna esumazione (condotta alla presenza di medici, magistrati, autorità religiose, funzionari della polizia e del comune), è custodito, dal 3 agosto 1925, in un'urna di vetro nel convento di Saint-Gildard.
Sotto il pontificato di Pio XI, viene beatificata il 14 giugno 1925 e canonizzata l’8 dicembre 1933, non per aver beneficiato delle apparizioni della Santa Vergine, ma per la maniera con cui vi ha risposto. Amava, infatti, dire: "Se sulla Terra ci fosse stata una bambina più ignorante di me, la Vergine avrebbe scelto lei!".
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"Aqueró" in occitano, il dialetto conosciuto da Bernadette (che non parlava Francese e a stento lo capiva), significa "Quella cosa", "quella là", "quella Signora" e Bernadette ce l'ha descritta come una Signora di bianco vestita con una cintura blu/azzurra e una rosa gialla su ciascun piede. Ha un sorriso bellissimo, è graziosa e sorridente, è gentile e, soprattutto, fa il "segno di Croce", un "grande segno di Croce", in un modo mai visto.
La bellezza di Aqueró è tale che Bernadette non apprezzava nessuna statua che raffigurasse la Vergine Maria; diceva: "C'è una differenza come tra il cielo e la terra; quaggiù niente Le si avvicina; è inutile, non si riuscirà mai a riprodurla! Buona Madre, come Vi hanno sfigurata!"; "Non capisco perchè la facciano così brutta!".
Anche la statua della Vergine, opera dello scultore Joseph-Hugues Fabisch, posta nella Grotta il 4 aprile 1864, durante la prima processione organizzata ufficialmente dalla Chiesa, non risultò corrispondente a quanto Bernadette aveva visto. Infatti, quando Padre Cros le chiese: "La statuta che si trova nella Grotta rassomiglia alla santa Vergine?", Bernadette rispose: "Niente affatto". Più di una volta le chiesero cosa avrebbe fatto se fosse stata una pittrice. Un giorno rispose: "Non so, non ci riuscirei"". "Per conto mio, non ne ho bisogno...", "La porto impressa nel mio cuore".
Durante la sedicesima apparizione (25 marzo), la Signora rivela il suo nome: «Que soy era Immaculada Councepciou» «Io sono l'Immacolata Concezione».
Bernadette non ha mai sentito quelle parole, teme di dimenticarle e per tutto il tragitto da Massabielle alla casa parrocchiale le ripete in continuazione. Giunta dal Parroco Peyramale gli dice tutta d'un fiato: "Que soy era Immaculada Councepciou! Aqueró ha detto: Que soy era Immaculada Councepciou!"
...Quattro anni prima, l'8 dicembre 1854, Papa Pio IX aveva dichiarato, con la bolla Ineffabilis Deus, l'Immacolata Concezione di Maria un dogma della Chiesa cattolica. Ma, questo, Bernadette non lo sapeva.
Il 18 gennaio 1862, il vescovo di Tarbes, al termine di quattro anni d'indagine, nella sua lettera pastorale dichiara: "Noi affermiamo che l'Immacolata Maria, Madre di Dio, è realmente apparsa a Bernadette":
«Nous jugeons que l’Immaculée Marie, Mère de Dieu, a réellement apparu à Bernadette Soubirous, le 11 février 1858 et jours suivants, au nombre de dix-huit fois, dans la
Grotte de Massavielle, près de la ville de Lourdes; que cette apparition revête tous les caractères
de la vérité et que les fidèles sont fondés à la croire certaine».
(Mandement de Mgr l’évêque de Tarbes, Laurence, portant jugement sur l’Apparition qui a eu lieu à la Grotte de Lourdes,
18 janvier 1862).